Finanza Comportamentale

NO

Finanza Comportamentale

“Il mercato può rimanere irrazionale più a lungo di quanto tu possa rimanere solvibile”

 John Maynard Keynes

Con il termine finanza comportamentale si indica quella branca degli studi economici che indaga i comportamenti dei mercati finanziari includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al comportamento individuale e sociale. La finanza comportamentale si interessa in sintesi della mancanza di razionalità dei soggetti investitori.

Esistono tre punti fondamentali sui quali si articola la finanza comportamentale:

  • L’euristica, che tratta delle decisioni basate su regole empiriche, che non seguono analisi razionali bensì istintive e basate su modelli o esperienze passate.
  • L’Inquadramento, che rappresenta le modalità in cui le azioni di chi sceglie vengono influenzate dal modo in cui  vengono presentate.
  • Le inefficienze di mercato che sono rappresentative di esiti di mercati osservati, contrari alle spiegazioni razionali, esempio valutazione errata dei prezzi, anomalie sui ritorni etc.

La finanza e l’economia comportamentali fanno affidamento poi sulla psicologia collettiva. Quando infatti abbastanza individui (o gruppi piccoli ma significativi di individui) mostrano comportamenti (pregiudizi o preconcetti) che divergono dalle aspettative razionali, può darsi che questi comportamenti abbiano effetti sull’intero mercato. Mentre pregiudizi singoli possono annullarsi a vicenda, quelli collettivi possono avere effetti anomali reali solo se esiste una contaminazione sociale con un forte contenuto emotivo (paura o avidità collettiva), portando successivamente a un comportamento noto come “comportamento del gregge” o pensiero di gruppo.

E’ evidente quindi che determinate scelte finanziarie, se fatte nei momenti di emotività possono esporre l’investitore a forti perdite o in alternativa a mancati guadagni se non sono sostenute da una precisa pianificazione e da un atteggiamento mentale solido nei momenti di incertezza.